Bruno Canova, “Mai più”, Giorno della Memoria 2017

Quest’anno il mio lavoro su Arte e Shoah In occasione del Giorno della Memoria sarà diverso da quello delle edizioni precedenti: non più una collettiva di artisti contemporanei ma una monografica di un autore storicizzato.

La mostra che ho curato e che sarà allestita a Palazzo dei Principi di Correggio dal 22 gennaio al 26 febbraio 2017 negli spazi espositivi del Museo Il Correggio sarà una personale di Bruno Canova.

L’esposizione fa parte di un progetto internazionale, curato da me e da Lorenzo Canova, che vede coinvolto l’Istituto di Cultura Italiana di Lisbona che ospiterà, in contemporanea alla mostra di Correggio, disegni e grafiche dello stesso autore.

bruno-banovaBruno Canova (1925 – 2012) è stato un grande interprete dell’arte italiana che ha vissuto la terribile esperienza del campo di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. La mostra indagherà un aspetto in particolare della Shoah attraverso le opere di chi ha vissuto la guerra e la persecuzione in prima persona. Un approccio del tutto nuovo per esplorare ogni modo in cui l’arte può essere interprete e portavoce della storia.

Artista militante e antifascista, attivo nella Resistenza partigiana e per questo arrestato e deportato come prigioniero politico nel campo di concentramento di Brüx nel Sudetenland, Canova, nonostante il vissuto personale di oppositore politico, non ha messo solo il suo vissuto personale al centro del suo lavoro, ma ha dedicato molto spazio, nel suo narrare, alla persecuzione antiebraica. La maggior parte delle opere in mostra appartengono a un ciclo unitario di dipinti intitolato “L’arte della Guerra”, il cui nucleo principale risale agli anni ’70.  Si tratta di opere di medie e grandi dimensioni, fra le quali si distinguono numerosi collage realizzati con documenti, quotidiani e manifesti dell’epoca che danno al lavoro un taglio quasi scientifico.

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Bruno Canova, La Cosa immonda, 1974, collage, acrilico e tecnica mista su tela, cm. 153 x 222

Attraverso le opere di Canova è possibile trovare l’intera parabola di nascita, sviluppo e fine del Nazifascismo.

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Bruno Canova, La strage degli innocenti 2 (Grande Natura Morta), 1990, acrilico su tela, cm. 200 x 200

Il linguaggio artistico fortemente espressionista di Canova si intreccia ai documenti storici e ai ricordi personali in opere alle quali è impossibile sottrarre gli occhi e la coscienza. Nelle sue opere si trovano echi delle avanguardie di inizio Novecento, di Hieronymus Bosch e dei suoi quadri brulicanti di figure mostruose e disperate, della Neue Sachlichkeit ma anche dello stile degli amici e compagni con cui ha condiviso pittura e ideali: Renzo Vespignani, Mario Mafai,  Antonietta Raphaël. Quello di Canova è un simbolismo non onirico ma storico e  bellico al cui servizio è stata declinata la tecnica del collage, impiegata solitamente da movimenti artistici dai contenuti molto distanti da questo, come il futurismo e il dadaismo.

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Bruno Canova, 1938, 1973, collage, acrilico e tecnica  mista su masonite, cornice intagliata, cm. 186 x 123

Le opere di Bruno Canova sono dirette e senza compromessi, attingono trasversalmente a tecniche e riferimenti storico artistici, restano impresse a lungo negli occhi e nella memoria tenendo viva una pagina di Storia che non dev’essere dimenticata e allo stesso tempo aprono un discorso più ampio sulla guerra e sulle sue conseguenze.

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Bruno Canova, tavola del libro “L’arte della guerra”, 1969-1972, grafite e tecnica mista su carta applicata su lastre di zinco, cm. 35 x 50

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Bruno Canova, tavola del libro “l’arte della guerra”, 1969-1972, grafite e tecnica mista su carta applicata su lastre di zinco, cm 35 x 50

 

 

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