Freaky?

In questi giorni ho guardato a ripetizione “I fink u freeky” il video del trio sudafricano Die Antwoord diretto da un grande fotografo: Roger Ballen.

foto di Roger Ballen dal video “I fink u freeky” di Die Antwoord

foto di Roger Ballen dal video “I fink u freeky” di Die Antwoord

Nell’iconografia di questo video, urtante, fastidiosa, magnetica, c’è tutta la poetica di Ballen.

Il fotografo newyorchese, che dagli anni ‘70 vive in Sudafrica, ha uno sguardo sulla realtà e sulla sua bellezza estremamente libero e trasversale in cui ho ritrovato il mio.

Nell’intervista che accompagna il dietro le quinte del video è lui stesso ad affermare come i bizzarri soggetti delle sue immagini siano per lui esattamente uguali ai soggetti cosiddetti “normali”.

I primi riferimenti che l’occhio educato all’ immagine crede di scorgere in questo video sono agli zingari di Koudelka,

Koudelka, Zingari

ai freaks di Diane Arbus,

Diane Arbus, Freaks

Diane Arbus, Freaks

Diane Arbus, Freaks

alla street art, prima fra tutti quella di Basquiat.

Basquiat

Basquiat

Ma anche ai video musicali diretti da Floria Sigismondi (uno fra tutti “the beautiful people” di Marylin Manson).

In realtà quello che emerge dalle immagini di Ballen è molto di più. Non si tratta di un “gusto del bizzarro” quanto piuttosto di una visione più ampia e più scevra di sovrastrutture estetizzanti della vita stessa.

Dove va cercata la bellezza? Dove la normalità? E’ davvero la regolarità soltanto che attrae e gratifica l’occhio umano? Secondo Ballen no.

Un pensiero critico e indipendente, abbastanza smaliziato da non cadere in clichè, ha come mezzo di indagine uno sguardo curioso e aperto.

“I fink u freeky” ha un che di liberatorio e, secondo me, completamente privo dell’aspetto morboso della curiosità. E’ il lato “b” della vita finalmente portato sul lato “a”. Non c’è derisione né spettacolarizzazione del brutto, ma semplicemente, meravigliosamente, un resettamento dei canoni estetici.

Il concetto di Bellezza spesso si veste di un’accezione esclusivista, che non ammette alla propria corte che un ridottissimo, artificiosissimo, numero di elementi animati e inanimati. Ballen con le sue immagini apre finalmente le porte del palazzo a tutti e a tutto, mostrando quanto può essere varia, insolita, sfaccettata, scioccante, sgradevole, rumorosa, sporca, divertente, intrigante, nuova la bellezza se solo non ci si ostina a cercarla in una sola direzione. Anzi, perché parlare ancora di bellezza?

Per saperne di più:

il sito di Roger Ballen  www.rogerballen.com

La galleria di riferimento per le opere di Ballen in Italia  www.galleriaminini.it

Il sito di Die Antwoord   www.dieantwoord.com

la Fondazione Roger Ballen per lo sviluppo della Fotografia in Sud Africa  www.rogerballen.org