Tobia Ravà. Da’at I numeri della creazione

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Domenica 17 aprile 2016 ha inaugurato al Palazzo Ducale di Sabbioneta, umanistica “città ideale” in provincia di Mantova,  un’ampia personale di Tobia Ravà dal titolo “Da’at, I numeri della creazione”. Circa novanta opere che si dipanano in undici sale partendo dai poco conosciuti dipinti pre-numerici e spaziano tra pittura, scultura, grafica e lightbox.

 

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Tobia Ravà

Per un critico confrontarsi con Tobia Ravà è sempre una bella occasione per tornare alle radici del proprio lavoro: interpretare un mondo e avvicinarlo al pubblico, obiettivo che la critica d’arte tende a volte a perdere di vista abbandonandosi a virtuosismi con l’intento di fare a propria volta un’opera d’arte letteraria.

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Tobia Ravà, Dag cabal tropicale verde, 2014, bronzo da fusione a cera persa tirato al nitrato di ferro, cm. 47 x 29 x 14

Mi ha sempre affascinato la complessità dei livelli di lettura nelle opere di questo artista: sono bellissime al primo approccio, nella loro profondità prospettica e nell’unicità del loro stile, ma è quando si scopre la stretta interconnessione significante tra le lettere e i numeri che le compongono che si capisce di essere di fronte a una porta aperta su altri livelli. Lettere e numeri non solo concorrono a creare il soggetto dell’opera ma arricchiscono il suo significato attraverso la loro combinazione cabalistica.

La visione del mondo di questo artista è stimolante e costringe a mettersi in gioco e ad andare oltre i binari dell’arte contemporanea: Ravà affonda le proprie radici nella cultura ebraica, per lo più poco nota al mondo dei “gentili” e, all’interno di questa, spazia nel territorio di alcune correnti mistiche di interpretazione complessa, dalla Kabbalah al Chassidismo. Ciò che Ravà attinge da questi ambiti ermetici lo rielabora e lo restituisce attraverso modalità espressive assai diversificate: dalla pittura alla scultura, passando per i lightbox.

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Tobia Ravà, I lombi del miracolo, Bosco camomilla, 2016, resine e tempere acriliche su tela, cm. 80 x 60

Le opere di Ravà sono uno strumento di comprensione del mondo che avanza, come un processo alchemico, per stadi progressivi e, se si vuole procedere oltre il primo affascinante livello estetico, si trovano nascoste alcune chiavi di interpretazione: lettere e numeri che compongono i suoi soggetti, secondo l’interpretazione cabalistica, sono un mezzo per dare un ordine al caos del mondo.

Maria Luisa Trevisani, curatrice della mostra insieme a Mauro Romanini, ha definito lo stile di Ravà “concettualismo estetico” e mai definizione mi è parsa più adeguata.

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Tobia Ravà, Codice RaMHal, 2010, raso acrilico, sublimazione bifacciale, cm. 178 x 135

Leggere l’ordine dell’universo significa scoprire la perfezione divina che si manifesta nella materialità sensibile del regno vegetale, animale e umano. Ravà rappresenta raramente l’uomo in modo diretto ma piuttosto attraverso le architetture, frutto del suo intelletto, che hanno antropizzato l’ambiente.

Il titolo della mostra “Da’at, i numeri della creazione”, fa riferimento a Da’at, sfera della conoscenza all’interno dell’albero sefirotico della vita, e suggerisce proprio questo processo.

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Tobia Ravà, Jerusalem – Codice celeste, 2012, sublimazione su raso acrilico, cm. 170 x 117

La bellezza di ogni opera nasconde una via d’ accesso alla conoscenza attraverso la quale si inizia un viaggio alla scoperta dell’universo sensibile.

 

In occasione di questa mostra è stato edito un catalogo che include anche un mio testo accanto a quelli di Maria Luisa Trevisani, Gadi Luzzato Voghera, Ermanno Tedeschi, Siro Perin, Giuseppe Balzano, Roy Doliner e un’intervista di Arturo Schwarz a Tobia Ravà.

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Tobia Ravà

Da’at. I numeri della creazione

A cura di Maria Luisa Trevisani e Mario Romanini

Sabbioneta (MN), Palazzo Ducale

17 aprile – 29 maggio 2016

 

Cosa si compra quando si compra un’opera d’Arte

BUY ARTCapita che, chi non è avvezzo al mercato dell’Arte fatichi a capire i prezzi, a volte anche alti –ma è sempre tutto relativo- dell’Arte contemporanea.

Cosa si compra quando si compra un’opera d’arte?

Si compra un pezzo di Storia, il documento di un’epoca.

Si compra un’idea.

Si compra una visione del mondo.

Si comprano anni di studio.

Si compra una porta che si apre su un altro mondo parallelo, non verbale, non razionale.

Si compra uno specchio che riflette non il nostro aspetto fisico ma la nostra anima.

Comprare un’opera d’arte è conoscere cose nuove.

Ma soprattutto comprare un’opera d’arte è come innamorarsi. Non si comprano sempre opere belle, secondo il senso estetico comune, si comprano opere in cui ci riconosciamo.